Da una recente immagine solamente 23 persone su 100 stanno mettendo da parte dei risparmi per integrare la propria pensione.
Pochi previdenti che, comunque, non stanno facendo abbastanza: in alcuni casi versano poco, in altri casi si iscrivono tardi e nella maggior parte dei casi preferiscono ritirare il capitale in un’unica soluzione piuttosto che ottenere un rendita vitalizia.
Il quadro è preoccupante poiché parliamo dell’assegno pensionistico del primo pilastro; l’assegno pubblico è destinato a crollare vertiginosamente.
Sulla base di dati esclusivi Progetica su stime pensionistiche, Moneyfarm ha elaborato un caso studio di 8 profili di uomini e donne oggi trentenni, quarantenni, cinquantenni, sessantenni che andranno in pensione tra il 2027 e il 2062; i casi studiati sono tutte persone che categorizzate in “lavoratori dipendenti”.
Il risultato di questa ricerca è, purtroppo, allarmante. 
Il risultato è che molti di loro andranno in pensione con la metà dello stipendio, anche in caso di continuità lavorativa dai 25 anni in poi.

Analizziamo la stima dei valori delle pensioni medie:

  • € 1227,00 per donne quarantenni
  • € 1560,00 per uomini sessantenni

con una media complessiva per 8 profili di € 1.337,00 netti al mese.

I tassi di sostituzione cadono a picco per le nuove generazioni passando, ad esempio, al 71% di chi oggi ha 60 anni al 48% delle donne trentenni.

Purtroppo i dati raccontano che come l’obiettivo di poter contare sull’80% del proprio stipendio all’epoca della pensione appartenga al passato.

Per il valore della pensione è stata considerata la curva media di evoluzione dei redditi nel tempo dei lavoratori dipendenti del settore privato, con uno stipendio medio lordo per gli uomini e le donne trentenni rispettivamente di € 22.400 e € 19.000 e uno stipendio medio lordo per i sessantenni di € 36.000 e € 29.400.
La forbice fra donne e uomini è, inoltre, evidente e cresce al crescere dell’età; in genere si parla di una differenza tra il 6% e il 21% con una pensione media di € 1.438 per gli uomini e € 1.236 per le donne.
Un trentenne che oggi ha già iniziato a versare contributi a un fondo pensione potrebbe ottenere una rendita integrativa di € 765,00 netti al mese; questi numeri dimostrano la necessità di integrare la pensione.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *